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UNA STORIA SCOLPITA NELLA GEOLOGIA

TERREMOTI

Ragusa si trova a circa 90 km in linea d'aria dalle bocche eruttive dell'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa. Questo territorio è attraversato da numerose faglie, tra cui una lungo la direttrice "Scicli-Modica-Ragusa". Frequentemente si registrano lievi assestamenti tellurici che, scaricando gradualmente l'energia dal sottosuolo, contribuiscono a ridurre il rischio di violenti terremoti causati da accumuli improvvisi.​ L'Etna e i vulcani delle Eolie degassificano costantemente il sottosuolo, evitando pericolosi accumuli di gas che potrebbero esplodere con tutta la loro potenza. Tuttavia, nonostante questa dinamica geologica apparentemente rassicurante, la storia insegna che i terremoti si sviluppano proprio lungo le faglie, nate dagli assestamenti stessi e l'intera Val di Noto, con il comprensorio dei Monti Iblei in cui si erge l'antico vulcano fossile di Monte Lauro, rappresentano zone ad alto rischio sismico. Questo territorio si trova infatti in prossimità della Scarpata Ibleo-Maltese, una struttura tettonica che segna il confine tra la crosta continentale siciliana e la crosta oceanica del Mar Ionio. La Scarpata Ibleo-Maltese è una delle principali faglie responsabili dei terremoti storici nella Sicilia sud-orientale, tra cui il devastante sisma dell'11 gennaio 1693.​ Fu una tragedia immane, che segnò profondamente intere generazioni. Sebbene dalla ricostruzione nacque il celebre barocco siciliano, unico al mondo, il prezzo pagato per poter ammirare oggi la bellezza delle città barocche fu altissimo. Infatti quell'apocalittico terremoto di straordinaria potenza colpì l'intera Val di Noto, causando la morte di circa 60.000 persone e distruggendo oltre 45 centri abitati. 

Tra le città più colpite vi furono:​

Catania: circa 12.000 morti su 19.000 abitanti (63%).​  ///   Ragusa: 5.045 morti su 9.950 abitanti (51%).​

Augusta: 1.840 morti su 6.000 abitanti (30%).​  ///  Noto: 3.000 morti su 12.000 abitanti (25%). ///

Siracusa: 3.500 morti su 15.000 abitanti (23%).​ ///  Modica: 3.400 morti su 18.000 abitanti (19%).​

Dalla ricostruzione le città medievali furono riedificate in un stile barocco tipicamente siciliano,  che oggi ci regala meraviglie architettoniche di rara bellezza. Anche la Provincia di Ragusa, interamente riconosciuta Patrimonio dell'Unesco, conserva edifici e chiese che testimoniano il riscatto di un popolo rinato dalle ceneri della catastrofe, simbolo di coraggio e determinazione.

 

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